Gli armadi a muro nelle rientranze sono pratici e non sono eccessivamente appariscenti; per molto tempo, gli architetti li hanno inseriti sistematicamente negli arredamenti d’interni e alcune case, più o meno antiche, ne sono abbondantemente provviste. Tuttavia, un armadio di questo tipo, posto in un salotto, può essere sfruttato in maniera diversa e diventare una vetrina di esposizione, che attirerà l’attenzione grazie alle sue insolite caratteristiche. Quella che vi proponiamo presenta delle ante a vetri e un telaio in massello di legno (pino o quercia). Se la rientranza è già occupata da un armadio a muro ad ante piene, dovrete smontarlo, anche se è meglio montare delle ante a vetri sul vecchio telaio. Se l’armadio vecchio arriva fino al soffitto, potrete conservarne la parte superiore (per una vetrina, un’altezza di 2,20 m è il massimo); nel caso in cui la parte superiore non sia provvista di ante indipendenti, dovrete provvedere ad installarle, recuperando quindi uno spazio ulteriore, sempre prezioso. Se non esiste alcun armadio, dovrete montare un telaio sul quale saranno avvitate le cerniere o i cardini delle ante. Questa vetrina è relativamente semplice da realizzare, in quanto il telaio è assemblato a metà legno e le traverse dell’anta sono fissate ai montanti tramite spine. Per mettere ancor più in evidenza gli oggetti esposti, potete realizzare un piccolo impianto elettrico, conforme alle norme, per illuminare la vetrina dall’interno.
Struttura della vetrina
Misurate con precisione le dimensioni della rientranza, in larghezza e in profondità; capita spesso che gli angoli non siano diritti, per cui sarete obbligati ad adattare i pezzi del telaio e gli scaffali di conseguenza.
Il telaio è costituito da due montanti, da una traversa superiore e da una inferiore. Per i montanti e le traverse delle ante, così come per il telaio, si può adottare uno spessore da 30 a 40 mm. Quest’ultimo è raddoppiato con un altro telaio che forma una scanalatura riportata sulla quale saranno inseriti i pannelli delle ante, e che supererà i pezzi del telaio di 20 mm. I montanti e la traversa superiore dell’anta presentano una larghezza di 10 cm e la traversa inferiore di 15 cm. I listelli sono larghi 25 mm. Il telaio può essere più piccolo delle dimensioni della rientranza del muro: in questo caso, dovrete realizza- I re un secondo telaio largo, ricoperto da pannelli.
Ripiani
Telaio
Illuminazione interna
L’illuminazione dall’interno renderà la vetrina più bella, soprattutto se avete optato per dei ripiani in vetro; una volta illuminata, attirerà particolarmente l’attenzione di sera, se manterrete un po’ in penombra la zona che la circonda. Sceglierete delle lampadine poco potenti (20, 40 o 60 watt), classiche o alogene. Esistono numerosi tipi di portalampade, facili da installare e di piccole dimensioni, che si adattano a questo tipo di illuminazione.
I faretti luminosi potranno essere fissati ai muri o nella parte superiore della vetrina con ripiani in vetro, o direttamente sugli scaffali se avete scelto ripiani in legno. Esistono delle piccole applique alogene (foto sopra) fisse o orientabili, che presentano un ingombro minimo: forniscono un’eccellente illuminazione e durano a lungo (la durata delle lampade alogene è nell’ordine di 2000 ore), anche se sono piuttosto costose. Vanno bene anche le lampade normali o alogene con riflettore metallico, perché assicurano un’illuminazione massima nella zona prescelta. Il montaggio elettrico non presenta grosse difficoltà. Effettuerete il collegamento su una presa esistente o, se possibile, su una scatola di raccordo.
Anche se avete diverse lampade, dovrete prevedere un solo interruttore, posto all’interno della vetrina in un punto non visibile. I conduttori elettrici possono essere inseriti in canaline dalla presa di raccordo fino alle lampade; all’interno della vetrina, fissate le canaline nella parte interna del telaio dell’anta.
L’impianto elettrico deve essere conforme alle norme di sicurezza; il pericolo non risulterà minore se si tratta di un circuito piccolo! Non utilizzate perciò guarnizioni nastrate, ma solo con morsetti, e comunque non all’interno delle canaline. Utilizzate conduttori di sezione adeguata e debitamente isolati. Non sovraccaricate il circuito, dotandolo inoltre di un’efficace messa a terra e. possibilmente, di un interruttore differenziale di sicurezza (salvavita) studiato appositamente per proteggere i piccoli impianti.
Ante a vetri
Il telaio dell’anta è relativamente facile da realizzare, tenuto conto degli assemblaggi scelti (incollatura dei giunti a squadra con rinforzo mediante spine). Utilizzerete dei pezzi di legno perfettamente levigati con uno spessore di 40 o 30 mm, curando in particolare che siano in squadra. Se siete già esperti, potrete optare per assemblaggi tramite tenone e mortasa classici per i telai delle ante, aprendo le mortase sui montanti.
I listelli (traverse sottili) sono anch’essi assemblati tramite spine. I vetri sono trattenuti in posizione mediante modanature triangolari o a quarto di cerchio: per i vetri dovrete prevedere 2 mm in meno (nei due sensi) della larghezza e dell’altezza del loro telaio, per consentirne la dilatazione.
Gli assemblaggi tramite spine conferiscono una solidità sufficiente alle ante (il vetro è piuttosto pesante) a condizione che siano eseguiti bene. é meglio utilizzare una guida per spinatura che consente di forare bene al centro dei bordi. Applicherete inoltre un pomello per anta e degli scrocchetti magnetici per la chiusura.