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Oltre ai lavori di muratura per piccole o grandi riparazioni, per abbellire la vostra abitazione potete eseguire molti lavori decorativi. Ecco una descrizione delle principali tecniche.
Tinteggiatura a tempera
Su una superficie finita a intonaco o gesso, si applica uno strato di colla (vinavil, colla di pesce) per migliorarne l’assorbimento; quindi con un rullo “peloso” si tendono due strati di tinta a tempera. La tinteggiatura a tempera, come quella a calce, non forma alcuna pellicola superficiale e quindi lascia traspirare il muro, evitando i danni causati dalla condensa, ed è pertanto l’ideale per i plafoni.
Tinteggiatura a calce
È una tecnica antichissima, riscoperta sulla scia della moda bio ecologica. Si realizza applicando sulla superficie intonacata un primo strato di latte di calce bianco e quindi due strati di latte di calce colorato con l’aggiunta di colori naturali (terre e ossidi).
L’applicazione va fatta con pennelli grossi e, durante l’operazione, va controllata la temperatura dei muri, che non deve mai superare i 30 °C. A lavoro ultimato, si ottiene una superficie opaca e trasparente.
Idropittura
L’idropittura è forse la tecnica maggiormente diffusa per la tinteggiatura delle pareti, ed è adattissima ai bagni e alle cucine.
Si tratta di un tipo di pittura in emulsione acquosa, lavabile, e si applica su intonaco di calce o gesso. L’aspetto della superficie a lavoro ultimato è compatto e duro. Inoltre questo tipo di tinteggiatura permette di realizzare alcuni interessanti effetti decorativi.
-Con rulli speciali e utilizzando colori contrastanti, si possono realizzare decorazioni a motivi geometrici o floreali, simili a una tappezzeria.
-Con la pistola a spruzzo o con una spugna intrisa di colore si può ottenere un effetto nuvolato, con delicate sfumature di colore.
-Decorazioni del tipo graffito prevedono una preparazione un po’ più laboriosa: una prima mano di colore viene coperta con un sottile strato
di intonaco di colore diverso che, graffiato, rivela la tinta sottostante.
-Un’altra tecnica possibile è quella dello spolvero: si cospargono con polvere di carbone dei cartoni forati secondo un disegno, appoggiati alla parete; in questo modo, la linea del disegno rimane sul muro e può essere sfumata manualmente, per ottenere morbidi effetti decorativi.
-Lo stencil, infine, utilizza delle mascherine (che riproducono in negativo la decorazione), sulle quali, con un piccolo pennello piatto, si passa una mano di un colore contrastante.
Pitturazione a smalto
Vengono utilizzate pitture in soluzione oleosa, con effetto opaco, lucido o satinato, caratterizzate da uniformità e planarità assolute. La preparazione prevede una rasatura accurata della parte effettuata con stucco su intonaco civile, meglio ancora su gesso.
Stucco lucido o encausto a cera fredda
Richiede una lavorazione lunga e paziente. Si realizza innanzitutto un impasto di ingredienti naturali, gesso inerte, colla animale, olio di lino (cm-do e cotto) e, aggiunti solo alla fine, colori. Con una piccola spatola si applica l’amalgama sulla parete, fino a raggiungere una perfetta uniformità. Alla fine si procede all’applicazione, sempre a spatola, della cera.
L’encausto, come anche il finto marmo e il marmorino, può essere applicato, dopo opportuna preparazione, su legno, intonaco e metallo; è una tecnica preziosa e raffinatissima, ma la sua resistenza, specialmente all’acqua, ne suggerisce l’utilizzo anche nella stanza da bagno e in cucina. La mancanza di giunti rende le superfici trattate con questa tecnica ancora più igieniche di una superficie piastrellata.
Stucco veneziano
È un antico tipo di finitura per interno, lucido, vibrante nei colori e disomogeneo. La tecnica di realizzazione è
lunga e complicata. Su uno strato di sabbia e cemento, applicato direttamente sui mattoni, si stende un intonaco realizzato, in un’unica posa, con sabbia finissima e calce. Trascorso il tempo necessario per l’asciugatura circa un mese – si applica, a pennello, sulla parete un impasto fatto di latte di calce e terre colorate. La superficie va poi lisciata con una spatola di ferro, una lavorazione che fa sì che l’impasto diventi tutt’uno con l’intonaco di base, che reagisce chimicamente ossidando il colore delle terre in modo disomogeneo. Dopo l’asciugatura di questo secondo strato (una settimana circa) si passa alla ceratura, che conferisce lucentezza alla superficie.
Tinteggiatura a fresco
È la tecnica usata per gli affreschi: sull’intonaco bagnato si stende con un pennello uno strato di latte di calce molto liquido colorato con terre naturali; a lavoro ultimato la superficie si presenta come un intonaco colorato.
Marmorino
È una finitura colorata, compatta e lucida, che veniva utilizzata per decorare, con una fascia di circa un metro e mezzo, le pareti dei vani scala nelle vecchie abitazioni.
Si realizza su un intonaco ruvido, già asciutto, ma bagnato al momento con l’acqua; si applica con una spatola metallica un impasto di calce, polvere di marmo e terre colorate, fino a ottenere una superficie dura, lucida e compatta. L’abilità consiste nel realizzare effetti decorativi con colori, ombreggiature e marezzature.
Finto marmo
Su una superficie intonacata a rustico, si stende un impasto molto simile al marmorino, ma più complesso, a base di terre colorate, grassello di calce e
polvere di marmo. Steso uno strato di uno-due centimetri di questo impasto, con una lama si praticano delle fessure, all’interno delle quali viene fatto penetrare il colore.
Lavorando a pressione, prima con la lama, poi con pietre di diversa durezza, si estende la tinta nella massa dell’impasto. A lavoro ultimato si ottiene una superficie che per lucentezza, durezza e colori è perfettamente uguale a quella del marmo.