L’acqua di molte regioni italiane è vocano incrostazioni nelle tubazioni è dura, cioè contiene sali calcarei, innocui per chi la beve, ma che provocano incrostazioni nelle tubazioni, negli apparecchi idraulici e sanitari,
Questi sali biancastri si depositano dovunque scorre l’acqua, e bisogna eliminarli, non solo per proteggere gli impianti, ma anche perché il bucato fatto con l’acqua molto dura richiede una maggiore quantità di detersivo, il caffè e il tè risultano insipidi e così via.
Le incrostazioni sono composte di particelle microscopiche che si depositano progressivamente su tutti i materiali, ma soprattutto sui metalli.
Le conseguenze possono essere pesanti: i tubi d’alimentazione diminuiscono la portata e finiscono con l’otturarsi, mentre le resistenze elettriche e i rubinetti si coprono di uno strato che ne ostacola il funzionamento.
Come combattere i sali calcarei
Il metodo più sicuro consiste nell’installare a monte dell’impianto idraulico un apparecchio addolcitore del tipo già largamente usato nei bar e altri locali pubblici, che elimina dall’acqua tutte le sostanze incrostanti.
Questi apparecchi utilizzano speciali resine a scambio ionico, che funzionano in base a una semplice reazione chimica. Il calcio e il magnesio, che sono i componenti principali dei sali calcarei, vengono catturati dalla resina e sostituiti da altrettanti ioni di sodio.
Questo scambio sopprime in modo radicale le incrostazioni, ma bisogna sottolineare che il funzionamento di questi apparecchi richiede una manutenzione continua e la rigenerazione periodica della resina, altrimenti si satura di ioni calcio e magnesio e perde ogni capacità. La rigenerazione consiste semplicemente nell’immergere la resina in una soluzione concentrata di cloruro di sodio, il normale sale da cucina. Il sodio ricarica le molecole della resina e gli ioni metallici indesiderati vengono gettati direttamente nello scarico.
Alcuni modelli più perfezionati di addolcitori eseguono automaticamente la rigenerazione nel momento giusto e avvertono l’utilizzatore se la quantità di sali rigeneranti è insufficiente. Chi possiede un apparecchio di modello più semplice può misurare periodicamente la durezza, cioè la percentuale di sali contenuti nell’acqua, con un piccolo kit che si può trovare in ogni farmacia.
L’acqua addolcita e la salute
Molti si sono chiesti se l’acqua completamente addolcita, cioè privata dei sali, fa bene alla salute.
Queste riserve potevano avere qualche fondamento una trentina di anni fa, quando questa tecnica ha cominciato a diffondersi, ma oggi è stato dimostrato che l’acqua addolcita è del tutto innocua.
Quindi l’acqua addolcita si può bere tranquillamente, anche se risulta insipida, perché contiene una minore percentuale di sali minerali.
Esistono anche gli apparecchi antidepositi che funzionano su un principio diverso, cioè versano nell’acqua una certa quantità di polifosfati, sostanze chimiche che hanno la capacità di rallentare la cristallizzazione dei sali dannosi.
Purtroppo queste sostanze perdono la loro efficacia con l’aumentare della temperatura, quindi non si possono usare nei boiler ma soltanto nelle lavastoviglie e lavabiancheria.
Questi apparecchi costano meno degli addolcitori e sono preziosi per chi ha bisogno di un’acqua particolare, come i fotografi e i proprietari di acquari.
La durezza dell’acqua non viene ridotta, ma il calcio e il magnesio rimangono in sospensione nella stessa percentuale di prima; solo che la cristallizzazione avviene in una fase successiva. Un’acqua ottima per tutti gli usi, compresa l’alimentazione, ha un titolo idrometrico pari a 120, cioè contiene 120 g di calcare disciolti in un metro cubo.
COME COMBATTERE IL CALCARE
Misurate la durezza dell’acqua con l’apposito kit, oppure fatela analizzare.
Se dovete rifare o ampliare l’impianto, usate le tubazioni di plastica dovunque potete.
Installate un addolcitore subito dopo il contatore.
Se volete proteggere solo la lavastoviglie o la lavabiancheria, installate un apparecchio antidepositi a polifosfati.